Panta rei, diceva Eraclito riferendosi alla transitorietà del mondo, e allo stesso concetto si è ispirato il designer Damjan Stanković per il suo orologio Rhei. Il nome rivela le intenzioni, la realizzazione tecnica le rende evidenti e ci stupisce moltissimo con il suo originale funzionamento.
Il tempo scorre continuamente, l’uomo continuamente cerca di trattenerlo, regolarlo, scandirlo. Lo scopo dunque era quello di rendere evidente visivamente questo fluire, rendendo l’idea della transitorietà attraverso la tecnologia più moderna.
Più che un orologio in definitiva questo oggetto è una scultura e un’opera d’arte e nondimeno conserva la funzionalità primaria, che è anche ciò attraverso cui si esplica la creazione artistica e tecnologica insieme.
Lo schermo dell’orologio da tavolo è analogico e digitale insieme, in un certo senso. Attraverso un sistema di cristalli liquidi controllati elettronicamente consente di vedere i numeri prendere corpo e forma per poi svanire trasformandosi in numeri diversi.
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