È essenziale ma originale, elegantissima eppure moderna. L’ha immaginata Joao Teixeira che l’ha chiamata Pocket. Non perché sia tascabile, ma perché ha una tasca. Ed è effettivamente l’elemento chiave che la distingue da ogni altro tavolo.
Nasce con linee stondate, una struttura di sostegno più che essenziale e ripiano di legno. I profili sono morbidi ma la linea generale rigida. La superficie è abbastanza spaziosa da diventare la perfetta scrivania per studiare o lavorare. Ma senza diventare dispersiva.
La verità è che la maggior parte delle scrivanie sono ridicolmente piccole o risultano eccessivamente dispersive. Non è facile trovare la giusta taglia che sia confortevole, pratica, umana. Fino ad ora, almeno.
Pocket espande lo spazio grazie alla presenza della tasca e riserva la superficie restante a tutto ciò che ci serve tenere sul ripiano. Con semplicità, minimalismo, ordine. Sia visivo che mentale. Evviva! Era quello che mancava e ora c’è.
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