Dal minimalismo, con le sue pareti slavate e nude si è passati, lo avevamo già annunciato, al decor esuberante, fatto di wallpapers neobarocchi a romanticismi high tech. Noia o raffinate strategie di marketing? Comunque la pensiate, tenete presente che è più facile aggiungere che togliere, e se il minimalismo per qualcuno poteva essere un’accomodante “non scelta” , l’utilizzo delle nuove carte da parati richiede selezioni pazienti e meticolose, e il rischio di sbagliare è alto.
Sempre meno “wallpaper” e sempre più “wallcover”, le nuove applicazioni murali ( ma non solo) sono frutto della tecnologia ancor prima che della creatività. Tridimensionali, in vinile, fotosensibili e, come se già non bastasse a creare scenografie assolutamente originali, personalizzabili, come quelle proposte attraverso la tecnologia wallpaper on demand da Jannelli&Volpi, azienda italiana leader nel settore, che in questi giorni occupa due importanti spazi del Fuori Salone: alla Triennale con un mostra che racconta la storia della carta da parati dagli anni ’70 ad oggi; in Zona Tortona con il lancio del concorso internazionale “Wall Paper design contest”, rivolto a tutti coloro che vogliano confrontarsi con la propria creatività nel disegnare un rivestimento murale.
La tendenza è quindi travolgente. Se il nostro consiglio è l’attenzione agli spazi – scorci domestici, singole pareti, sfondi per scaffali, e, perchè no, una toilette come quella di Virgil Marti al Fabric Workshop and Museum di Philadelphia – il motto per la scelta del motivo è uno: osare,osare,osare!.
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